Ascolta Problemi Con Tutti (Giuda) di Fedez – Testo

Problemi Con Tutti (Giuda) di Fedez anticipa un nuovo album di Federico Lucia? Non si sa, ma il rapper milanese nella mezzanotte del 15 maggio 2020 ha lanciato un nuovo singolo, un ritorno alla musica dopo i fasti de Le Feste Di Pablo con Cara e che a questo giro lo vede diviso tra flow tagliente e ritornello melodico, su un tappeto musicale quasi dance.

Il rapper aveva anticipato l’uscita del nuovo singolo il 14 maggio pubblicando un’anteprima sul suo canale Instagram nella quale faceva ascoltare i primi secondi della canzone. Recentemente Fedez ha avuto un diverbio con il Codacons a seguito delle donazioni al San Raffaele di Milano offerte insieme a sua moglie Chiara Ferragni.

Di seguito il testo di Problemi Con Tutti (Giuda) di Fedez.

Ad affittare il mio castello non diventi re, ma per caritè
Faccio piovere sul tuo vino démodé
Non mi fotti neanche in caso tu rinasca me
Sei Medioevo, non Rinasci-me’ Mania
Tatuato in policromia
Ho le vele e quindi volo come Scampia
Troppo zucchero sotto la mia lingua
Vai via, vai via, vai via
Maresciallo, suvvia, quella roba? Non mia
Permette la domanda, è mai stato alla Diaz?
Okay, non mi fido neanche della famiglia
Non bevo se è già aperta la bottiglia

(Ahi-ahi-ahi-ahi) Mi fanno le foto mentre muoio
(Ahi-ahi-ahi-ahi) Cristo, come devo fare?
(Ahi-ahi-ahi-ahi) Io vorrei sentirmi solo qui
Per ogni Giuda un Gesù, non perdere tempo a salvarmi

Ho problemi con tutti
Problemi con tutti
(Ahi-ahi-ahi-ahi) Problemi con tutti (Uoh)
Per ogni Giuda un Gesù, per ogni bandito una macchina blu

Nella mia macchina i vetri non sono
Mai stati l’unica cosa fumé
Mi dici le cose cattive, abrasive
Ma dai, e mi fanno ridere
Sesso facile col sesso debole
Siamo tutti giochi di pote’
Il tuo corpo sopra il mio parquet
Sei venuta o sono lacrime?

(Ahi-ahi-ahi-ahi) Mi fanno le foto mentre muoio
(Ahi-ahi-ahi-ahi) Cristo, come devo fare?
(Ahi-ahi-ahi-ahi) Io vorrei sentirmi solo qui
Per ogni Giuda un Gesù, non perdere tempo a salvarmi

Ho problemi con tutti
Problemi con tutti
(Ahi-ahi-ahi-ahi) Problemi con tutti (Uoh)
Per ogni Giuda un Gesù, non perdere tempo a salvarmi
Ho problemi con tutti
Problemi con tutti
(Ahi-ahi-ahi-ahi) Problemi con tutti (Uoh)
Per ogni Giuda un Gesù, per ogni bandito una macchina blu

Ambient, rock, elettronica: quale musica scegliere per fare sport?

Per molti sportivi la musica è fondamentale per potersi allenare e gareggiare con la massima concentrazione. Che si tratti di sport fisici o mentali, indoor o outdoor, non è difficile infatti incontrare atleti che praticano la propria attività preferita con le cuffiette nelle orecchie o con lo stereo a tutto volume: ma quali generi musicali si prestano meglio per i vari tipi di sport? Quale musica dà maggiormente la carica e quale, invece, stimola l’attenzione?

Rock
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Ascoltare la musica, una breve storia

Dall’ascolto della musica al suo semplice sentire

La musica è uno dei mezzi di intrattenimento più popolari e probabilmente anche uno dei più antichi. Tuttavia, negli ultimi anni la tendenza ad ascoltare la musica ha subito delle modifiche: si presta insomma sempre meno attenzione all’ascolto della musica. Ascoltare musica riprodotta in buona qualità è fenomeno ancora più raro, per questo motivo è possibile rivolgersi a siti come https://www.hifipertutti.it/ per avere la strumentazione adatta per rendere l’ascolto della musica un’esperienza altamente suggestiva.

ascoltare la musica
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Bryan Adams chiede scusa dopo l’exploit contro la Cina per il Coronavirus

Bryan Adams chiede scusa, ma per molti avrebbe fatto meglio se avesse riflettuto 10 secondi – minuti, per alcuni – prima di pubblicare il suo sfogo rabbioso sui social. Una rabbia probabilmente comprensibile, quella del cantautore canadese, dal momento che per via delle restrizioni governative che puntano al contenimento del COVID-19 si è visto cancellare le date programmate nella prestigiosa Royal Albert Hall di Londra.

L’11 maggio la voce di Run To You con il pretesto di suonare un pezzo in acustico – la classica hit Cuts Like A Knifesi è lasciato andare in una serie di frasi oltremodo colorite rivolte sottilmente al popolo cinese:

Questa sera sarebbe dovuta iniziare una serie di concerti alla Royal Albert Hall ma per colpa di qualche fo***to mangiapipistrelli, venditore di animali vivi e fabbricatore di virus il mondo intero è in pausa, per non parlare di tutte quelle persone che stanno soffrendo o che addirittura sono morte a causa del virus.

Uno sfogo che non è piaciuto a molti suoi fan, alcuni dei quali lo hanno invitato a fare volontariato anziché lamentarsi. Ora Bryan Adams chiede scusa. Già nel precedente post aveva fatto accenno al veganismo, e proprio dal veganismo il cantautore parte per spiegare le ragioni del suo sfogo.

Mi scuso con chiunque si sia sentito offeso per il mio post. Non ho scusanti, volevo solo scagliare la mia ira sull’orribile crudeltà che gli animali subiscono nei wet market e promuovere il veganismo.

Un veganismo promosso con la violenza verbale è un veganismo che fallisce. Non importa se Bryan Adams si scusa e ammorbidisce i toni con parole di distensione: “Amo tutte le persone e i miei pensieri sono con quelli stanno combattendo con questa pandemia in tutto il mondo”. La scelta vegan è stata promossa anche da Brian May dei QueenPaul McCartney stesso, che si definisce animalista e vegetariano, si è pronunciato contro i wet market definendoli medievali, ma lo ha fatto con i toni gentili del suo stile british, non puntando un fucile carico di giudizi contro un popolo.

Per promuovere il veganismo si devono scuotere le coscienze, non si deve far leva sulla pancia. Bryan Adams si scusa, ma dovrebbe farlo soprattutto nei confronti dei vegani: lui è famoso e influente, e ha la responsabilità di ciò che dice.

Musica per la quarantena: ecco 4 album italiani che dovremmo riscoprire (parte 2)

Il distanziamento sociale, in moltissimi casi, ha generato più tempo libero ed è arrivato il momento di scegliere la nostra musica per la quarantena, una selezione libera di 4 album che probabilmente, prima di questo lockdown, avevamo ignorato. Tra un impasto per il pane e una torta secca, quindi, mettiamoci comodi e apriamo la mente.

Anima Latina di Lucio Battisti (1974)

Il Lucio Battisti meno pop, meno sole-cuore-amore-emozioni e più onanista, erotico, avanguardista e rivoluzionario. Lo stesso cantante di Poggio Bustone definì Anima Latina un episodio a sé della sua carriera, un esperimento unico. Di rientro da un viaggio lungo l’America Latina, la voce di Non è Francesca volle fare qualcosa di diverso e vi riuscì: Anima Latina è un disco che naviga nelle acque del progressive rock, si immerge nei sintetizzatori di Gneo Pompeo e offre canzoni che sono piccole suite psichedeliche e piene di bellezza.

Ko De Mondo del Consorzio Suonatori Indipendenti (1994)

I CCCP erano finiti quando crollò il muro di Berlino, e per questo dalla nuova Comunità degli Stati Indipendenti, nata dopo l’URSS, gli ex militi di Giovanni Lindo Ferretti trovarono nuova linfa nel Consorzio Suonatori Indipedenti. Ko De Mondo era il primo album della nuova esperienza, e dopo un decennio di punk militante la band prese una virata più vicina all’alternative rock. I punti di forza sono Celluloide, A TrattiDel MondoIntimisto Memorie di una Testa Tagliata, e contestualizzare l’album nel cambiamento spirituale della squadra di Ferretti è d’obbligo: c’è smarrimento spirituale, c’è protesta e c’è innovazione, specialmente grazie alla presenza di Giorgio Canali alle chitarre e Gianni Maroccolo al basso.

Outside The Loop Stupendo Sensation dei Meganoidi (2003)

Con il primo album Into The Darkness, Into The Moda (2000) ci era sembrato di ascoltare la versione genovese dei Punkreas, ma con questo secondo album i Meganoidi si spostarono verso orizzonti più vicini al post-rock e sempre più lontani dallo ska-punk, creando un ibrido che ancora oggi ha poche imitazioni. Non solo l’intensa Zeta Reticoli, ma anche la title-track, l’adrenalinica For Those Who Lie Awake e la rabbiosa My Redemption Song fanno di questo disco una piccola perla della scena alternativa italiana.

Pipes & Flowers di Elisa (1997)

Negli anni ’90 c’era un forte bisogno di un’artista come Elisa: per questo Pipes & Flowers resta un episodio importante della scena alternativa italiana. Qualche anno più tardi la cantautrice di Monfalcone avrebbe ceduto al fascino della canzone italiana – non senza guarnirla con il suo genio disturbato – ma il suo primo disco resta uno dei momenti più interessanti della sua carriera. Pochi mesi dopo la sua uscita avrebbe lanciato la versione estesa con l’inedito Cure Me, ma già nella prima versione si trovavano vere e proprie bombe come LabyrinthSleeping In Your HandA Feast For Me, Shadow Zone. La Toffoli era ancora una ragazzina, ma abbastanza curiosa e consapevole da collocarsi perfettamente negli anni più belli della scena alternativa italiana.

Gli episodi in cui selezioniamo la musica per la quarantena continuano.

L’uscita dell’MTV Unplugged di Liam Gallagher è stata posticipata a giugno

L’MTV Unplugged di Liam Gallagher sarebbe dovuto uscire il 24 aprile, ma per via del Coronavirus non era stato possibile stampare le copie su vinile. L’ex Oasis, nelle ultime ore, ha annunciato la nuova data della release per il 12 giugno e ora le copie in pre-order possono essere ordinate anche in formato vinile.

Liam Gallagher ha registrato la sua sessione il 3 agosto presso la Hull City Hall di Kingston Upon Hull e ha ufficialmente riaperto la stagione dei concerti acustici di MTV, un format nato nel 1989 e attivo fino al 1999, con apparizioni sporadiche fino al 2009. Gli Oasis avevano partecipato nel 1996 ma senza Liam, dunque lo show era stato guidato interamente dal fratello Noel Gallagher.

Sulla sua partecipazione del 3 agosto Liam aveva scritto:

È un onore, per me, esibirmi a un MTV Unplugged. Suonerò delle canzoni tratte dal mio primo disco solita, qualche classico degli Oasis e qualche anticipazione dal mio nuovo album, “Why Me? Why Not”. Sono sicuro che sarà una serata epica.

La tracklist dell’MTV Unplugged di Liam Gallagher

  1. Wall Of Glass
  2. Some Might Say
  3. Now That I’ve Found You
  4. One of Us
  5. Stand By Me
  6. Sad Song
  7. Cast No Shadow
  8. Once
  9. Gone
  10. Champagne Supernova

Le canzoni includono vecchi successi degli Oasis – come Stand By MeChampagne SupernovaCast No Shadow – e brani tratti dall’ultimo album in studio di Liam Gallagher, Why Me? Why NotCon questo album live in acustico il cantautore di Manchester sembra volersi riprendere lo spazio che non fu in grado di occupare con la partecipazione degli Oasis nel 1996.

Il format MTV Unplugged era stato creato per offrire agli artisti l’opportunità di esibirsi con il loro repertorio in versione acustica, e tutti ricordiamo le storiche esibizioni dei Nirvana, degli Alice In Chains, dei Pearl Jam, di Eric ClaptonNeil YoungPaul McCartney. Gli artisti vengono in un certo senso messi alla prova nel riuscire a trasformare radicalmente le loro canzoni.

L’MTV Unplugged di Liam Gallagher uscirà quindi il 13 giugno 2020, un ritardo dovuto alla pandemia del Coronavirus che ha interrotto la stampa del disco su vinile e ne ha impedito il rilascio anche sui digital stores.

Ascolta AutocertifiCanzone de Lo Stato Sociale – Audio e testo

AutocertifiCanzone de Lo Stato Sociale arriva finalmente sui digital stores dopo l’anteprima trasmessa nei supermercati, luogo in cui tutti ci siamo riversati per cercare un contatto con il mondo esterno in questo periodo storico di lockdown imposto dai governi per contenere il contagio del COVID-19.

Un brano distopico con il sentimento dei sognatori

Dopo la partecipazione al concertone virtuale del 1° maggio 2020 e ad un anno di distanza dall’inedito DJ di M**** in duetto con ArisaMyss Keta, la band di Lodo Guenzi resta sul pezzo e propone la propria visione dello stato di cose con AutocertifiCanzone, un brano che guarda al mondo esterno con occhio quasi distopico e con la sensibilità dei sognatori, una percezione che abbiamo un po’ tutti dal momento che siamo confinati nelle nostre case e costretti a spostamenti limitati alle sole esigenze vitali, con una socialità ridotta a un appuntamento fissato ad una data da destinarsi.

AutocertifiCanzone de Lo Stato Sociale – Testo

Un giorno presto un giorno raffreddore
un giorno ospedale
un giorno aspirina
un giorno stiamo soli
un giorno sudami addosso
un giorno saliva
un giorno amuchina
un giorno ce la faremo
un giorno fine del mondo

un giorno stai a letto
un giorno vieni anche tu
un giorno non so più se oggi è domenica
un giorno baciamo e poi non pensarci più

dammi un appuntamento
anche se è vietato
al reparto sanitari
di un supermercato
soli nel corridoio
per un bacio rubato
per ricordarci che il mondo
non è ancora finito

e finiranno tutti i giga del mondo
e ci toccherà rinascere migliori
e avremo così tanto cose da fare
che la vita tornerà a sembrarci troppo breve
sei sempre stata il posto in cui tornare
alla fine di ogni lungo comprifuoco

partiranno ancora i treni per il mare
percorreremo tutto si ma come un gioco

dammi un appuntamento
anche se è vietato
al reparto sanitari
di un supermercato
soli nel corridoio
per un bacio rubato
per ricordarci che il mondo
non è ancora finito

non sarà la fine
e ne usciremo bene
e se sarà la fine
ne usciremo insieme
e non sarà la fine
e ne usciremo bene
e se sarà la fine
ne usciremo insieme
e ne usciremo bene

dammi un appuntamento
anche se è vietato
al reparto sanitari
di un supermercato
soli nel corridoio
per un bacio rubato
per ricordarci che il mondo
non è ancora finito

dammi un appuntamento
anche se è vietato
al reparto sanitari
di un supermercato
soli nel corridoio
per un bacio rubato
per ricordarci che il mondo
non è ancora finito

Ecco l’audio del nuovo singolo AutocertifiCanzone de Lo Stato Sociale:

Musica per la quarantena: ecco 4 album italiani che dovremmo riscoprire (parte 1)

Il distanziamento sociale, in moltissimi casi, ha generato più tempo libero ed è arrivato il momento di scegliere la nostra musica per la quarantena, una selezione libera di 4 album che probabilmente, prima di questo lockdown, avevamo ignorato. Tra un impasto per il pane e una torta secca, quindi, mettiamoci comodi e apriamo la mente.

La Buona Novella di Fabrizio De André (1970)

Boom, partiamo con il Faber che a questo giro aveva anticipato quel Jesus Christ Superstar. La Buona Novella era soltanto il quarto album del cantautore genovese, ma si poteva già dire che la sua mente poteva concepire di tutto. Un album che rasenta il prog, un concept ispirato ai vangeli apocrifi e una lode al Signore come solo De André poteva immaginare.

La Fabbrica Di Plastica di Gianluca Grignani (1996)

Che c’entra Grignani con i dischi storici? C’entra, perché La Fabbrica di Plastica è stato un calcio in cu*o che il giovane Gianluca diede a quell’immagine da bravo ragazzo che Destinazione Paradiso gli aveva incollato addosso. La Fabbrica Di Plastica era l’opera in cui Grignani liberava il suo amore per i Radiohead e per l’alternative, e la presenza di Massimo Varini alle chitarre e Mario Riso alla batteria dimostrano quanta voglia avesse il giovane ragazzo di sperimentare.

17 Re dei Litfiba (1986)

Dopo DesaparecidoLitfiba 317 Re era il secondo capitolo della trilogia del potere della band fiorentina che aveva sdoganato, insieme ai Diaframma e a tanti altri, la decadente new wave britannica. Per fortuna siamo ancora lontani dalle tamarrate degli anni ’90 come El DiabloMauditFata MorganaDimmi Il Nome: Piero Pelù cantava in modo diverso e gli arrangiamenti erano decisamente meno testosteronici e più intensi. Grazie a hit come Resta, Oro Nero Gira Nel Mio Cerchio17 Re merita quel posto d’onore tra i dischi alternative che hanno scritto la storia della musica italiana.

Requiem dei Verdena (2007)

I Verdena fanno schifo a coloro che sono rimasti a Valvonauta, ma deve essere chiaro che in Italia un album come Requiem non è mai stato scritto. Dopo aver esplorato post-rock e space-rock, Alberto Ferrari e soci ritornarono con un album grezzo, grunge, stoner e potente. Oggi Requiem è un episodio a sé e ancora oggi rimane un punto fondamentale della carriera della band lombarda.

Gli episodi in cui selezioniamo la musica per la quarantena continuano.

Coronavirus, Sam Smith: “Devo averlo contratto ma non ho mai fatto il test”

Tra le popstar che hanno contratto il Coronavirus, Sam Smith potrebbe essere una di queste. La voce di I’m Ready nel featuring con Demi Lovato lo ha dichiarato in una recente intervista rilasciata per Apple Music ai microfoni di Zane Lowe: Sam Smith ha raccontato che all’inizio della pandemia ha accusato i sintomi e le sue ricerche lo hanno portato all’autodiagnosi che lo ha portato a pensare di aver sofferto del Coronavirus al 100%.

Allo stesso modo, poco dopo il manifestarsi della malattia, sua sorella ha accusato i sintomi: “Non mi sono mai sottoposto al test ma sono sicuro di esserci passato. L’ho avuto al 100%. Tutto ciò che ho letto a riguardo mi riconduceva alla malattia. Quindi sì, penso di averlo avuto sicuramente”.

Dopo aver scoperto che anche la sorella manifestava i sintomi l’intera famiglia si è messa in autoisolamento per tre settimane, racconta Sam Smith: “Ne siamo venuti fuori grazie al fatto che il mondo intero era ormai in lockdown, siamo stati fortunati.

La settimana scorsa, dicevamo, Sam SmithDemi Lovato hanno lanciato il nuovo singolo I’m Ready, un brano sulla consapevolezza accompagnato da un video ufficiale in cui vanno in scena le “olimpiadi queer”, come la stessa popstar nonché portavoce della comunità LGBTQ+ ha annunciato sui social. Il brano farà parte del nuovo album di Sam Smith, il cui titolo doveva essere To Die For e la data di pubblicazione era fissata al 1° maggio. Per via del Coronavirus, Sam Smith ha tuttavia deciso di posticipare l’uscita e di dare un nuovo titolo al disco. Lo ha annunciato sui social con una nota.

Per il momento non è dato conoscere il nuovo titolo e la data di uscita della nuova opera, ma la popstar ha rassicurato i fan con la promessa che l’album uscirà entro il 2020. Non solo. Il nuovo disco di Sam Smith è in fase di modifica anche in termini di contenuti:

Nelle ultime settimane ho riflettuto molto e ho pensato che il titolo del mio album e l’uscita imminente siano da rivedere, quindi ho preso la decisione di continuare a lavorare sull’album e apportare alcune importanti modifiche e aggiunte.

Guarito dal Coronavirus, Sam Smith ha dunque deciso di pianificare diversamente il suo lavoro.

Edoardo ed Eugenio Bennato duettano e fanno beneficenza: ascolta La Realtà Non Può Essere Questa

Edoardo ed Eugenio Bennato, dopo aver collaborato per altri brani come Non è Amore, Tutto sbagliato Baby e Venderò, fanno di nuovo musica insieme con un brano il cui ricavato sarà devoluto interamente all’Azienda Ospedaliera dei Colli di NapoliLa Realtà Non Può Essere Questa è una ballata acustica nello stile più classico del cantautore de Le Ragazze fanno grandi Sogni, che anche a questo giro propone un arrangiamento con chitarre acustiche ed armonica a bocca.

Lo stile dei due cantautori, in questo contesto, dimostra di essere realmente affine nelle intenzioni. Lo ha spiegato Eugenio in una nota stampa:

Anche se il contatto fisico dà la forza all’arte, noi abbiamo puntato sull’intesa artistica a distanza. Seppur lontani, non abbiamo avuto difficoltà nel comporre questo brano, perché la creatività non conosce ostacoli. È una canzone nata in poco tempo, immediata come la realtà che ci si è presentata davanti.

Il video ufficiale mostra i due artisti impegnati a suonare e cantare dalle loro case. Edoardo ed Eugenio Bennato si uniscono, così, ai tanti artisti che in questo periodo si impegnano a dare il loro contributo alla beneficenza per le strutture sanitarie del loro territorio.

La realtà è tutta in questa stanza
nella rete che annulla ogni distanza
la realtà è fuori dal balcone,
nella rete che diventa una prigione…

La realtà è tutta l’illusione
di chitarre che suonano da sole
nel silenzio di nessuna festa
la realtà non puo’ essere questa..

Quest’amore non può esser virtuale
ha bisogno di parole, di parole sussurrate…
Di parole che tu sola puoi sentire
ha bisogno delle strade e di tutto il mondo da scoprire…

La realtà è correre nel vento
nella gara di nessun traguardo
nell’amore che sventola nel porto
la realtà non può essere altro…

E non può rinunciare ai sogni
e sognare le parole nuove
di coscienze pronte a dire basta
la realtà non può essere questa…

La realtà è tutta da rifare
è la vita che non si può fermare
e che canta la sua ribellione
alla rete che diventa una prigione…

E non basta vivere l’illusione
di chitarre che suonano da sole
nel silenzio di nessuna festa
la realtà non può essere questa.

In morte di Joey Ramone: l’icona punk ci lasciava 19 anni fa

La morte di Joey Ramone arrivava alle 19:40, ora italiana, in un ospedale di New York. Era il 15 aprile 2001 e la voce dei Ramones si spegneva per sempre. Joey, al secolo Jeffrey Ross Hyman, era ricoverato per un tumore al sistema linfatico e doveva ancora compiere 50 anni. Prima di morire stava ascoltando il brano In A Little While degli U2.

Come scriveva Repubblica poche ore dopo la triste notizia, l’annuncio era stato dato dai compagni di band sul sito ufficiale dei Ramones.

Nato a New York il 19 maggio 1951 nei primi periodi dei Ramones suonò la batteria per poi passare al ruolo di frontman in quanto Dee Dee Ramone faticava a suonare il basso e a cantare nello stesso momento. Con il loro stile i Ramones seppero reinventare il rock’n’roll con canzoni brevi ma abbastanza punk da scrivere importanti capitoli della storia della scena alternativa.

Da Sheena Is a Punk Rocker Rock’n’Roll High School, fino a I Wanna Be Sedated Pet Sematary, i Ramones erano per stessa ammissione di Joey Ramone i Rolling Stones del punk, mentre i Sex Pistols erano i Beatles.

L’emittente MTV nel riportare la notizia descrisse Joey Ramone con queste parole“I suoi marchi di fabbrica come la giacca di pelle nera, i capelli lunghi fino alle spalle, i jeans strappati e la sua voce semplicemente stupenda fanno di Joey Ramone il padrino del punk“.

“Padrino del punk”.

Ciò che fece grandi i Ramones, soprattutto, fu il merito di esser nati in un contesto in cui il mondo subiva il fascino del progressive rock che richiedeva una certa capacità teorica e stilistica. I Ramones ruppero gli schemi un po’ come fecero i Sex Pistols: quasi ogni elemento era autodidatta e i loro brani, seppur molto simili tra loro specialmente nel primo periodo, diedero un senso a quel rock’n’roll che in quegli anni sembrava un fratello disorientato.

La morte di Joey Ramone arrivò pochi giorni prima del suo compleanno e senza avergli mai fatto conoscere il suo primo disco solista, Don’t Worry About Me che conteneva, oltre a brani inediti, le cover 1969 degli Stooges e la bellissima What A Wonderful World di Louis Armstrong.

Fuori ora Le Feste di Pablo di Fedez, il ritorno alla musica del rapper in featuring con Cara

A gran sorpresa a mezzanotte è andato online Le Feste di Pablo di Fedez, il nuovo singolo del rapper che a questo giro sorprende tutti con un duetto inedito. Fedez ha scritto un featuring con Cara, al secolo Anna Cacopardo, un’artista emergente di Crema che il rapper ha incontrato per puro caso negli studi di registrazione e che stava lavorando sul brano che oggi ascoltiamo.

Parliamo di sorpresa perché come Vanity Fair ricorda circa un anno fa Fedez aveva scelto di prendersi una lunga pausa dalla musica per stare più in contatto con la sua famiglia, Chiara Ferragni e il piccolo Leone, ma in questi giorni di quarantena ha ritrovato quella bozza. Una bozza, racconta lo stesso Fedez, che era rimasta in gestazione dopo quell’incontro con Cara alla quale aveva proposto di scrivere una strofa della canzone.

Tutto il lavoro dietro il brano è stato raccontato dal diretto interessato in un video postato sui social:

La quarantena ci costringe a pensare e io non voglio buttare via questa occasione. Prima che tutto questo iniziasse mi sono preso una lunga pausa dalla musica per dedicarmi alla mia famiglia, lavorare su me stesso e scartavetrare i miei spigoli. Così ho iniziato un percorso nuovo, che è l’unica cosa che ho tenuto fuori dai social in questi mesi proprio perché non era solo musica, ma qualcosa di più fragile. Ritrovare me stesso attraverso nuove canzoni. Mi ero stupidamente convinto che il valore della musica potesse essere proporzionale all’uso dello studio in cui veniva registrato… ma avete notato come sono essenziali gli interni di una navicella spaziale? Così sono andato a lavorare in un piccolo studio alla periferia di Crema. In questi mesi sono tornato a fare musica come quando avevo 18 anni, senza pensare troppo alle conseguenze strategiche. In studio ho incrociato una giovane artista emergente che stava registrando una sua canzone: ‘Ti spiace se provo a scriverci una strofa?’. In questi giorni ho creato il set up amatoriale di quando ho registrato il mio primo disco da indipendente ed ho ritrovato la bozza di quel pezzo e allora ho capito cosa rappresenta per me la musica: rompere le catene con un taglia unghie. Spero che anche per voi un momento così triste e tragico possa aiutarvi ad aprire gli occhi e a capire cosa è veramente importante pronti ad abbracciarlo non appena finirà. Vorrei creare occasioni di spensieratezza con la musica, così ho pensato: Federico hai parlato troppo, cantaci qualcosa.

Alla riscrittura de Le Feste Di Pablo di Fedez e Cara hanno collaborato Davide SimonettaPaolo Antonacci e Jacopo D’Amico.

 

L’8 aprile 1994 fu rinvenuto il corpo di Kurt Cobain, la lettera d’addio fa ancora tanto male

Erano le 9:40 quando Gary Smith, un’ora dopo aver rinvenuto il corpo di Kurt Cobain, telefonò al suo principale per raccontargli che in quella villa era successa una tragedia. Alle 10 tutto il mondo scoprì che il leader dei Nirvana era morto.

Gary Smith si era recato presso l’abitazione che i Cobain avevano vicino al lago Washington per riparare le luci di sicurezza, quando si accorse del cadavere riverso all’interno della serra. Vide il sangue, vide il fucile e vide quella lettera conficcata nel terriccio che conteneva le ultime parole di un uomo che non voleva essere una rockstar.

Ho apprezzato il fatto che io e gli altri abbiamo colpito e intrattenuto tutta questa gente. Ma devo essere uno di quei narcisisti che apprezzano le cose solo quando non ci sono più. Io sono troppo sensibile. Ho bisogno di essere un po’ stordito per ritrovare l’entusiasmo che avevo da bambino. Durante gli ultimi tre nostri tour sono riuscito ad apprezzare molto di più le persone che conoscevo personalmente e i fans della nostra musica, ma ancora non riesco a superare la frustrazione, il senso di colpa e l’empatia che ho per tutti. C’è del buono in ognuno di noi e penso che io amo troppo la gente, così tanto che mi sento troppo fo******mente triste. Il piccolo triste, sensibile! Perché non ti diverti e basta? Non lo so! Ho una moglie divina che trasuda ambizione e empatia e una figlia che mi ricorda troppo di quando ero come lei, pieno di amore e gioia.

Kurt Cobain aveva 27 anni e solamente il 30 marzo aveva tentato di disintossicarsi insieme alla moglie Courtney Love, ma era fuggito dal centro di disintossicazione senza lasciare traccia di sé. Sua moglie, in preda al panico, aveva ingaggiato un investigatore privato per ritrovare il marito.

Kurt Cobain giaceva in quella serra da 3 giorni, questo dissero gli investigatori. Era morto il 5 aprile da solo, dopo aver scritto quella lettera e dopo essersi sparato un colpo di fucile in pieno volto. Una solitudine che stride ancora oggi e che urla forte da quelle parole apparentemente confuse ma che sembrano, in realtà, l’ultimo schianto di lucidità di un ragazzo pieno di dolore.

Ascolta Brooklyn Bridge To Chorus dei The Strokes in attesa del nuovo album – Testo

La band di Julian Casablancas sta per tornare con un nuovo album: venerdì 10 aprile esce il disco The New Abnormal e oggi ne abbiamo un assaggio con il singolo Brooklyn Bridge To Chorus dei The Strokes. Le atmosfere anni ’80 compaiono sia nel sound – il brano si apre con un sintetizzatore ritmato –  sia nel testo: Julian Casablancas, infatti, canta “Dove sono finite le band degli anni ’80?”, ma anche “Com’è andata con le canzoni degli anni ’80?”.

Brooklyn Bridge To Chorus dei The Strokes è il terzo singolo che anticipa The New Abnormal. Di seguito il testo:

[Verse 1]
One shot is never enough
I just wait for us to go in circles
A lifetime of giving my all for you
(Hostile, give me a break
I take two sips from my bottle and chill)

[Pre-Chorus 1]
And first he would tell me I’m his friend
Actually, no thanks, I’m okay
Then he would send weird looks my way

[Chorus 1]
I want new friends, but they don’t want me
They’re making plans while I watch TV
Thought it was you, but maybe it’s me
I want new friends, but they don’t want me

[Post-Chorus 1]
And the eighties song, yeah, how did it go?
When he said, “This is the beginning of the best years,” even though
False, break

[Verse 2]
One shot is never enough
I just wait for this to go into circles
In the distance from my room is anything so necessary?
I was thinking about that thing that you said last night, so boring

[Pre-Chorus 2]
And the eighties bands? Where did they go?
Can we switch into the chorus right now?

[Chorus 2]
I want new friends, but they don’t want me
They have some fun, but then they just leave
Is it just them? Or maybe all me?
Why, my new friends, don’t seem to want me

[Post-Chorus 2]
Hurts my case, but that’s ok
It hurts my case, but that’s ok
We’re dancing on a moonbeam
On and on and on and on and on

[Bridge]
The deeper I get the less that I know
That’s the way that it go
The less that I know the deeper I go
Juliet, I adore
The deeper I get the less that I know
Diminishing returns
Oh, oh, oh, oh, oh, oh, oh

[Outro]
All I want to say
On another song
On another day
On another song
On another day
On another song
On another break

Di seguito l’audio ufficiale di Brooklyn Bridge To Chorus dei The Strokes.