Renato Zero, il nuovo album “Alt” è una rivoluzione

Viene descritto come “unico, rivoluzionario, libero, in prima linea da cinque decenni contro tutte le ipocrisie, innovatore, precursore, provocatore, attento come nessuno ad ogni tipo di minoranza e alla nostra interiorità”.

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Parole che provengono dal comunicato stampa con il quale si intende presentare Alt, il nuovo album di Renato Zero. Un’esagerazione? No, non tanto, e non c’è bisogno di adorare ciecamente le sue canzoni per rendersene conto: Renato Zero è stato ed è esattamente come l’incipit del comunicato stampa lo dipinge, e al tempo stesso è stato ed è un cantautore straordinariamente popolare, capace di parlare al cuore della gente e di stabilire un rapporto diretto, onesto, forte, con un pubblico enorme. Non deve meravigliare, dunque, se il nuovo album, Alt! appunto, sia un disco che in altri tempi avremmo definito “impegnato”.

Di impegno nella lunga carriera di Zero ce n’è stato sempre, delle volte pubblico, molto più sovente privato; impegno al fianco di deboli e ultimi, che da sempre sono quelli di cui Zero canta e racconta nelle canzoni. Se l’album precedente, Amo, aveva ovviamente al centro l’amore, Alt invece è un album d’impegno civile, dove i temi sono quelli delle grandi battaglie di oggi, della fede, della violenza, dei giovani, del lavoro, dell’arte, dell’ecologia, dell’accoglienza, dei “nuclei affettivi” (tanto per prendere posizione sulle unioni civili) e ovviamente ancora dell’amore. Zero ha realizzato un bel disco, nel suo stile, ormai talmente preciso da essere davvero inconfondibile, anzi un disco migliore dei precedenti perché meno ovvio, più vero, più diretto e immediato, più legato alla realtà della vita, più pensato. Un disco, dunque, da ascoltare.