Nel bene e nel male, è l’estate di Vasco Rossi. L’ennesimo successo del tour, il ricovero in ospedale, le critiche a Ligabue (di cui dice “non c’è competizione tra noi“), l’esposizione mediatica, grazie anche a Facebook, nuovi progetti e singoli preannunciati. Ed oggi sul quotidiano La Repubblica è stata pubblicata una interessante intervista al rocker di Zocca.
A fine agosto sarà pubblicato il nuovo singolo I soliti (“una canzone attuale, conclude e continua il discorso di Siamo solo noi) che sarà contenuta nel docufilm sul Blasco che sarà presentato al Festival di Venezia. Domani sera, inoltre, RaiUno alle 23.30 trasmetterà L’Ape Regina, una video poesia scritta dal figlio Luca e recitata da lui. Ed ancora una nuova canzone per Fiorella Mannoia, La luna, uno spettacolo di danza, L’altra metà del cielo, con tredici sue canzoni, che andrà in scena alla Scala di Milano il 31 marzo 2012. A giugno, poi, un concerto straordinario “che segnerà l’inizio di una nuova era“. Tutte informazioni rese note tramite il social network più popolato in Italia.
Vasco racconta così l’ultimo periodo trascorso:
No, non è stato facile. È stata una storia un po’ pesante, un dolore incredibile per dieci, quindici giorni… non passava mai. Dovevo porre rimedioe così ho fatto.
E in merito al suo ricovero svela dettagli importanti:
Mi sono ricoverato, ho fatto tutti gli esami possibili, mi hanno rivoltato come un calzino. La prima preoccupazione era che si trattasse di un tumore, ma dopo tutti gli esami lo hanno finalmente escluso. Il problema è che ancora non si sa di che si tratta, ho una massa che sta da qualche tempo sopra la spalla e il collo, spinge contro le ossa e questo, con lo sforzo dei concerti mi ha fatto rompere una costola e scheggiarne un’altra. Insomma, non abbiamo ancora una diagnosi definitiva, devo ancora fare una tac e poi vedrò uno specialista delle ossa. Io, che sono un medico della domenica, credo sia colpa del cortisone che ho preso durante i concerti, rende fragili le ossa. E poi la massa, non è tumorale, non è un infezione, dovrei forse fare un intervento per pulire tutto, ma spero che non succeda e che si risolva tutto con i farmaci che sto prendendo. Ho ancora un po’ di dolore ma sto bene, sono felice come una Pasqua.
Vasco Rossi poi spiega che l’uso così disinvolto di Facebook non risponde ad una strategia ben precisa:
Eh no, a me piacciono le cose fatte così, non mi frega di fare strategia, non ne ho bisogno. Voglio solo cambiare il modo di fare. Quando dico che mi dimetto da rockstar dico che sono arrivato al culmine, ho fatto tutto, adesso basta, io ho fatto la mia parte, concludo allegramente. E faccio altro. Ma continuo a fare musica e a scrivere canzoni.
Indi chiarisce la questione che riguarda le sue dichiarazioni al Tg1:
Io non ho mai detto che mi ritiro, l’avete fatta voi confusione. Io sono un provocatore, sono sempre il solito, in Italia l’ironia è una merce rara, uso un modo di parlare così, magari esagerato, ma lo è talmente che non si può non capire che sto scherzando non mi si può prendere sul serio. Io dico che ho avuto un momento di tristezza nel 2001, era morto prima Massimo Riva, il mio chitarrista, poi un mio carissimo amico d’infanzia, mi sentivo un sopravvissuto, niente mi sembrava più importante, e ho preso pastiglie antidepressive, blande, dosi minime, un calmante e delle vitamine, un momento che ho superato. E i giornali scrivono che sono depresso, sono finito, sono malato. Tutti pronti a rompere le palle a me e a dare un’immagine diversa da quella vera. Beh adesso c’è Facebook e io dico quello che voglio e quando voglio”.
Ed ancora, racconta a Ernesto Assante, senza lesinare accuse:
La verità è che mi sono stancato di rispondere con le solite frasi buoniste, non voglio restare in questo ipocrita sistema italiano in cui nessuno dice quello che pensa. Mi sono rotto, d’ora in poi non sto zitto.
La rockstar quindi spiega come ha scoperto Facebook:
Un paio di anni fa, parlando con dei ragazzi. Io su Internet guardavo solo la mail, un po’ di YouTube, e pensavo che Facebook fosse una cagata. Poi ho iniziato a vederlo, ho aperto anch’ io una pagina a mio nome, come ce ne sono tante, dicevo che ero mio fratello minore ed ero autorizzato a parlare. Ho iniziato a dialogare con gli altri, è un divertentissimo modo di dialogare, è come andare al bar ma è molto più profondo, sei più sincero, e ho conosciuto degli amici veri. Poi ho visto che nella mia pagina ufficiale c’erano 800.000 persone e ho iniziato a scrivere li. Adesso ci sono due milioni e trecentomila persone, una potenza di comunicazione immensa, ho ritrovato la mia Punto Radio di quando ho cominciato e tutti i giorni parlo. Mi scaravento su Internet. Mi diverte moltissimo, non capisco perché ci sia tutta questa demonizzazione, tutti che mi dicono che esagero, che non dovrei farlo. Invece io mi diverto, è come la radio, si parla con tutti.
Infine arriva l’autodefinizione di idiota geniale:
Mi danno del matto, dicono che è un segno del mio malessere. Ma quale malessere! Io sto benissimo. Sono a casa, mi devo rompere le palle con la convalescenza, sono ancora debole, ma tornerò più forte di prima, e ho un sacco di idee nuove che rimarrete stupiti. Io sono un idiot savant, molto più idiot che savant, ma mi vengono delle geniate che io rimango stupefatto, forse è il colpo di coda finale dell’artista. Ma intanto il declino non c’è, non è neanche cominciato.
A margine segnaliamo che l’intervista di Vasco pubblicata anche sul sito di Repubblica sembra non essere stata apprezzata particolarmente da molti utenti di Facebook che hanno commentato sulla pagina dedicata al quotidiano il link all’articolo.